La Sindone a Bene |
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Ricordi sindonici in terra benese La tradizione orale racconta che la Sindone è passata in Bene, anche perché la città, dopo la pace di Cateau Cambrésis del 1559, passa sotto diretto dominio di Casa Savoia. Questa memoria, tramandata di generazione in generazione fino ai giorni nostri, trova d’altro canto riscontro in significativi ricordi sindonici in terra benese.
Ad un paio di chilometri dal capoluogo, lungo la strada che conduce a Trinità, sorge la cappella del S. Sudario, edificata verso la metà del’600 dalla famiglia Hellena (poi Ellena) in luogo di un pilone dedicato alla Sindone e risalente, presumibilmente, alla fine del Cinquecento. La chiesa è stata interessata da un intervento di restauro nel 1978 in occasione dell’Ostensione della Sindone e durante i lavori, curati dall’Associazione Culturale Amici di Bene, si è riportato alla luce l’antico pilone; infatti, rimuovendo il grande quadro sindonico dell’altare apparve, seppure in parte ricoperto d’intonaco, l’affresco della preesistente struttura. Si è così provveduto a rendere visibile il pilone che, grazie alla paziente opera del prof. Pietro Vignoli, si presenta ora in tutta la sua riposta bellezza.
Il grande affresco a tema sindonico in cui un angelo, S. Donato (patrono della Diocesi di Mondovì) e S. Agostino tengono distesa la S. Sindone è certamente uno dei più antichi e rilevanti del Piemonte.
Il pregevole quadro d’altare, della seconda metà del’600, riproduce la medesima iconografia del pilone ed è ora collocato, dopo il restauro finanziato dalla BCC di Bene Vagienna, nella ns. sede in Bene. Nel centro storico sono inoltre custodite altre testimonianze legate al culto della Sindone.
Nella chiesa di S. Francesco (che sorge sull’omonima piazzetta) si può ammirare nella ricca tribuna d’organo, in uno dei riquadri nella parte sinistra, una raffinatissima tela cinque-secentesca, raffigurante al centro la Vergine ai lati S. Antonio ed una santa in abiti rinascimentali che tengono disteso il Sacro Lino. Questa pregevole tribuna d’organo molto probabilmente faceva parte dell’antico altare della Beata Paola Gambara Costa, nella cappella gentilizia dei conti Costa (sempre in S. Francesco) prima della sua trasformazione operata nel 1725 su progetto di Filippo Juvarra.
Casa de Giovannini, a lato di S. Francesco, in Via Roma, presenta un monumentale affresco secentesco in cui la vergine ai lati S. Antonio e un angelo alato, sorreggono il Sudario, tutto contornato di una pregevole cornice in stucco. Il restauro, condotto dal prof. Vignoli, è stato curato dagli Amici di Bene nel 1978 per l’interessamento del prefetto di Cuneo Giacomo Veglia.
Queste sono solo alcune delle opere d’arte custodite in Bene Vagienna e collegate al culto del S. Sudario, perché anche la Confraternita dei Disciplinanti Bianchi conserva ex voto sindonici ed altri ricordi legati alla passione di nostro Signore.
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